Storia - Golf Club Villa Giusti

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La seicentesca Villa Giusti di Sona, nota anche come “la Guastalla Nuova”, è espressione di quell’ampio fenomeno non solo architettonico, ma anche economico, sociale e artistico che si diffuse nelle campagne venete durante l’età moderna e che tutti conosciamo come “Civiltà delle ville venete”. L’intero ciclo della villa veneta si svolge nell’arco di cinque secoli, dal XV al XIX, durante i quali assistiamo ad un continuo processo di evoluzione, favorito in particolare dai grandi avvenimenti successivi alla Lega di Cambrai del 1509. Fu il ventesimo secolo, almeno per il Veneto occidentale, a segnare la vera fine della civiltà della villa; avendo lasciato un’impronta decisiva sul paesaggio e sul territorio, tale civiltà appare profondamente legata alla storia dell’insediamento nella regione veneta d’epoca moderna. Ne consegue che, nel momento in cui ci proponiamo di studiare una villa, non possiamo prescindere dal contesto storico ed economico che l’ha generata e con il quale mantiene un legame indissolubile








Nel 2006 Silvano Dal Santo (attuale presidente del Circolo) decide di dotare la villa di un campo da golf.
Nasce "Golf Club villa Giusti" campo con percorso 9 buche e successivamente ulteriori 9 portando il percorso di gioco a 18 buche


La “civiltà della villa” ha origini molto antiche, risalenti all’epoca romana, da cui deriva, oltre al modello architettonico della villa suburbana, anche l’ideale classico che ispirò il nuovo modus vivendi umanistico: una simbiosi perfetta tra la vita contemplativa, la riscoperta della cultura antica, l’otium, e la vita attiva del lavoro nei campi e della produzione di reddito, il negotium. Nell’evoluzione architettonica della villa l’anello di transizione dall’epoca classica a quella rinascimentale può essere identificato nei castelli e nelle case-torri medievali dislocati nell’entroterra veneto: una volta persa la loro funzione difensiva, divennero vere e proprie ville che del castello originario mantennero solo l’aspetto esteriore, opportunamente modificato in base alle nuove esigenze di vita. Fu così che le vecchie torri militari furono trasformate in elementi architettonici scenografici mentre la struttura stessa della villa perse l’originaria chiusura verso l’esterno, in nome di un nuovo dialogo con la natura circostante di cui Andrea Palladio sarà il maggior interprete.
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